Chi Siamo
Siamo un gruppo di professionisti provenienti da diversi percorsi formativi e professionali, che hanno deciso di combinare le proprie competenze per un approccio trasversale al lavoro sociale. Sentiamo l’esigenza di spenderci al fianco delle comunità locali e delle sue rappresentanze più fragili riponendo in loro fiducia e valorizzando il loro capitale sociale al fine di ricreare condizioni di convivenza più giusta, solidale e attenta ai desideri reciproci.
La nostra esperienza professionale nasce all’interno di progettualità centrate sul tema delle politiche abitative e dei processi di coesione sociale maturate nel corso degli anni nel rapporto con enti pubblici, organizzazioni del privato sociale, gruppi di cittadini.
Chi Siamo
Siamo un gruppo di professionisti provenienti da diversi percorsi formativi e professionali, che hanno deciso di combinare le proprie competenze per un approccio trasversale al lavoro sociale. Sentiamo l’esigenza di spenderci al fianco delle comunità locali e delle sue rappresentanze più fragili riponendo in loro fiducia e valorizzando il loro capitale sociale al fine di ricreare condizioni di convivenza più giusta, solidale e attenta ai desideri reciproci.
La nostra esperienza professionale nasce all’interno di progettualità centrate sul tema delle politiche abitative e dei processi di coesione sociale maturate nel corso degli anni nel rapporto con enti pubblici, organizzazioni del privato sociale, gruppi di cittadini.
Di cosa ci occupiamo?
Ci occupiamo di processi di sviluppo di comunità in ottica di co-progettazione al fine di favorire dinamiche di mutualità, empowerment e mediazione sociale sui territori e nei contesti abitativi. Siamo specializzati nell’accompagnamento all’abitare e nella mediazione sociale, linguistica e culturale, promuoviamo azioni di contrasto alla vulnerabilità e alla discriminazione, mettendo in relazione buone pratiche per migliorare la qualità della vita delle persone.
Abitare ha un significato profondo: è una dimensione intima; significa preoccuparsi di mantenere un equilibrio armonioso e accogliente.
Puntiamo su un abitare sociale fatto da relazioni da ricostruire, moltiplicando tre tipi di competenze: quelle tecniche, quelle di mediazione sociale, quelle di chi vi abita.

Di cosa ci occupiamo?
Ci occupiamo di processi di sviluppo di comunità in ottica di co-progettazione al fine di favorire dinamiche di mutualità, empowerment e mediazione sociale sui territori e nei contesti abitativi. Siamo specializzati nell’accompagnamento all’abitare e nella mediazione sociale, linguistica e culturale, promuoviamo azioni di contrasto alla vulnerabilità e alla discriminazione, mettendo in relazione buone pratiche per migliorare la qualità della vita delle persone.
Abitare ha un significato profondo: è una dimensione intima; significa preoccuparsi di mantenere un equilibrio armonioso e accogliente.
Puntiamo su un abitare sociale fatto da relazioni da ricostruire, moltiplicando tre tipi di competenze: quelle tecniche, quelle di mediazione sociale, quelle di chi vi abita.

Con chi lo facciamo?
Lavoriamo al fianco delle Pubbliche amministrazioni, delle Istituzioni locali, delle organizzazioni del privato sociale (Cooperative, associazioni, fondazioni) delle agenzie educative e di formazione, dei micro-contesti abitativi (quartieri, vie, condomini), dei cittadini al fine di promuovere insieme condizioni di cambiamento volte al migliorare la qualità della vita di singoli e gruppi.

Con chi lo facciamo?
Lavoriamo al fianco delle Pubbliche amministrazioni, delle Istituzioni locali, delle organizzazioni del privato sociale (Cooperative, associazioni, fondazioni) delle agenzie educative e di formazione, dei micro-contesti abitativi (quartieri, vie, condomini), dei cittadini al fine di promuovere insieme condizioni di cambiamento volte al migliorare la qualità della vita di singoli e gruppi.






Che servizi offriamo?
Immaginiamo i nostri servizi come un processo di ricerca azione dove indagare continuamente il senso dell’operare dentro la cura dei processi partecipativi.
La cooperativa mette a disposizione dei territori, dentro logiche collaborative, le proprie competenze di:
coordinamento di progetti e processi
attivazione di servizi innovativi nell’ambito dei contesti abitativi
promozione di percorsi di co-progettazione con la cittadinanza
accompagnamento di laboratori di cittadinanza attiva
co-gestione dei beni pubblici e privati finalizzati all’aggregazione sociale
counseling gruppale e individuale
ricerca sociale
attivazione di percorsi di formazione e approfondimento
supporto di reti famigliari
mediazione linguistica e culturale
Che servizi offriamo?
Immaginiamo i nostri servizi come un processo di ricerca azione dove indagare continuamente il senso dell’operare dentro la cura dei processi partecipativi.
La cooperativa mette a disposizione dei territori, dentro logiche collaborative, le proprie competenze di:
coordinamento di progetti e processi
attivazione di servizi innovativi nell’ambito dei contesti abitativi
promozione di percorsi di co-progettazione con la cittadinanza
accompagnamento di laboratori di cittadinanza attiva
co-gestione dei beni pubblici e privati finalizzati all’aggregazione sociale
counseling gruppale e individuale
ricerca sociale
attivazione di percorsi di formazione e approfondimento
supporto di reti famigliari
mediazione linguistica e culturale

CURRICULUM
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Crediamo che la violenza sulle donne sia una questione CULTURALE.
Crediamo che TUTTI debbano assumersene la responsabilità e non considerare la violenza una questione privata.
Crediamo che sia importante schierarsi apertamente contro la violenza, e dimostrarlo con le azioni di tutti i giorni, educando le nuove generazioni e dissociandosi da quelle parole e quegli atteggiamenti che favoriscono l’escalation della violenza e portano all’isolamento delle vittime.
Cosa possiamo fare di concreto?
Ecco dieci modi per aiutare a porre fine alla violenza sulle donne:
1. Ascolta e credi alle sopravvissute.
Quando una donna condivide di essere una vittima, non dirle “perché non lo lasci?”, ma invece supportala dicendole “Ti ascolto, ti credo, sono con te”
2. Insegna alla prossima generazione e impara da loro
Parlate degli stereotipi di genere, fate loro sapere che è OK essere diversi e incoraggiateli ad essere accoglienti
3. Esigi che i servizi diano risposte adeguate alle sopravvissute alla violenza
4. Comprendi che cosa sia il vero consenso
Evitate frasi come “se l’è cercata” oppure “gli uomini sono fatti così”.
5. Impara a riconoscere i segni di abuso e come puoi aiutare
6. Inizia una conversazione. Esprimi solidarietà
7. Schierati contro la cultura dello stupro
8. Finanzia le organizzazioni per le donne
Dona a organizzazioni locali che lavorano sull’empowerment delle donne, sul dare loro voce, sul supportare le sopravvissute e sulla promozione dell’uguaglianza delle identità di genere e sessuali.
9. Riteniamoci reciprocamente responsabili
La violenza può prendere molte forme, incluse le molestie sessuali nei luoghi di lavoro, i commenti inappropriati a sfondo sessuale e le battute sessiste. Crea un ambiente più sicuro per tutte/i, incoraggiando i tuoi pari a riflettere sul loro linguaggio e atteggiamento
10. Conosci i dati e chiedine di più
Per combattere la violenza di genere dobbiamo comprendere bene il problema.
#cooperativafuoriluogo #25novembre #controlaviolenzasulledonne #stopviolenceagainstwomen #mantova #mantovacity #mantovacittadarteedicultura
CONTORNI&DINTORNI
Questo progetto è speciale perché nasce da una impresa privata, Sa.Le. Srl, un’immobiliare sociale che ha deciso di devolvere sei alloggi ad un progetto di housing sociale. Dopo aver ristrutturato il primo piano di un condominio vicino al centro di Mantova, gli alloggi sono stati messi a bando e poi occupati, dal 1 agosto 2022, dai cinque nuclei vincitori.
Ora la sfida è affascinante; costruire insieme agli inquilini di amiche di buon vicinato, che coinvolgano il quartiere e le sue associazioni e che siano contagiose per la comunità in generale. Come favorire dinamiche di empowerment e mutualità?
STAY TUNED! 😌
Per info www.salesrl.eu
@contorniedintorni_mantova
#cooperativafuoriluogo #cooperativasociale #lavorosociale #abitare #politicheabitative #housingsociale #partecipazione #empowerment #nuoviorizzonti #lavorobenfatto #passionelavoro #mantova #mantovacity #mantovacittadarteedicultura
FUORI LUOGO STA CRESCENDO!
Questo settembre con la sua aria frizzante sta portando a grandi novità e sentiamo di dover crescere numericamente per far fronte alle nuove partite che si stanno aprendo!
Abbiamo indicato un ventaglio di titoli di studio ai quali siamo interessati, possono essercene anche altri, quindi se volete avvicinarvi alla nostra piccola grande realtà non esitate a inviare il nostro cv all’indirizzo info@fuoriluogo.net
Crediamo molto nel lavoro di equipe, nella collaborazione tra diverse professionalità, nella contaminazione dei saperi!
Raccontateci chi siete con una breve lettera di presentazione, sarete ricontattati per fissare un colloquio conoscitivo!
#cooperativafuoriluogo #lavorodicomunità #lavoroamantova #operatorisociali #educatori #lavorarenelsociale #cooperativasociale #mantova #mantovacity
PALAZZO DEL MAGO
Non lo abbiamo scelto noi, ma ammettiamolo…questo nome aggiunge un tocco di mistero!!
Si tratta di un palazzo molto grande, che ospita più di 80 nuclei famigliari in alloggi di proprietà del Comune, situato proprio nel cuore del centro storico della città di Mantova.
Qui dentro da alcuni anni esiste uno Sportello di Vicinato, un luogo deputato all’ascolto degli inquilini e all’accompagnamento rispetto ad alcune questioni amministrative o sociali di varia natura. Troppo vaghi?? Avremo modo di raccontarvi nei prossimi post!
Una cosa ve la diciamo: questo luogo nasce per AVVICINARE.
AVVICINARE i cittadini ai servizi
AVVICINARE i servizi ai cittadini
AVVICINARE le persone tra loro
AVVICINARE gli inquilini alla cura dei luoghi che abitano.
La parola d’ordine è l’empowerment, in ogni fase del lavoro viene adottato un approccio valorizzante per l’individuo e per le sue capacità, mentre l’accoglienza e l’ascolto consentono di cogliere le varie necessità e di velocizzare alcuni interventi manutentivi o burocratici.
Il tutto in relazione e collaborazione con il @comunedimantova e @astermantova, gestore degli immobili.
#cooperativafuoriluogo #comunedimantova #aster #astermantova #abitare #mantova #mantovacity #mantovacittà #progettisociali #servizioabitativopubblico #sap #politicheabitative #empowerment #ascolto #problemsolving #palazzodelmago
FUORI LUOGO STA CRESCENDO!
Siamo alla ricerca di mediatrici e mediatori linguistico culturali sul territorio mantovano, per nuovi progetti che stanno partendo!!!
Se sei interessata/o inviaci un CV e una breve lettera di presentazione all’indirizzo mediazioni@fuoriluogo.net
Raccontaci quale lingua sai parlare e che esperienza hai maturato nell’ambito della mediazione
Sarai ricontattata/o per fissare un colloquio conoscitivo!
#cooperativafuoriluogo #mediazionilinguistiche #mediazioniculturali #mantova #mantovacity #ricercapersonale #nuoviprogetti
Nacque un’intuizione
Raccontandola si trasformò in un’idea
Sognandola divenne un progetto
Pianificandolo diede vita … a noi!!!
Fuori Luogo scorre e cresce, continuando a sognare e pianificare insieme
Visto che siamo in tempo di @festivaletteratura vi dedichiamo una poesia di @rupikaur_
🌻🌻🌻
solo quando ho smesso di cercare casa dentro gli altri
e ho eretto le fondamenta di casa dentro me
ho scoperto che non c’è radice più intima
di quella di una mente e un corpo
che hanno deciso di essere uno
#cooperativafuoriluogo #cooperativasociale #cda #sabatomattina #festivaletteratura #mantova #mantovacity #mantovacittadarteedicultura #sviluppodicomunità #counseling #nuoviorizzonti #progettisociali #comunità #crescere
#pillolequadrate
La nona pillola riguarda una riflessione offerta da Seligman, nel suo libro “imparare l’ottimismo”.
Chi ha detto che gli ottimisti sono più felici e falliscono di meno? Di certo gli ottimisti rischiano di più, e il detto “chi non risica non rosica” si adatta bene a questo concetto.
MA c’è un grande MA.
Talvolta il pessimismo rende più razionale la decisione, soprattutto quando si tratta di scelte ad alto rischio, le cui conseguenze di fallimento potrebbero essere fatali.
I due modelli possono integrarsi grazie all’apprendimento, il soggetto può affinare le sue competenze di analisi della realtà completando il proprio punti di vista con gli elementi mancanti. Seligman dice: “è una questione di ABC” (Adversity, Belief, Consequences). Quando incontriamo delle avversità reagiamo pensando ad esse in un certo modo, ed ecco cosa determina il nostro comportamento. Ad esempio, una Avversità potrebbe essere un rubinetto che perde, la disapprovazione di un amico, un alto conto da pagare. Le credenze (Beliefs) sono il modo in cui interpretiamo le avversità, ad esempio “mi sento incompetente”, “ho rovinato tutto”, “è tutta colpa mia”. La terza parte riguarda le Conseguenze, cioè come scegliamo di comportarci, ad esempio abbandonando la dieta, deprimendoci, oppure rialzandoci in piedi con fiducia nel domani.
Voi siete pessimisti o ottimisti?
#cooperativafuoriluogo #ottimismopessimismo #seligman #impararelottimismo #competenzeemotive #competenzeumane #counseling #counselingdigruppo #modelloabc #adversity #beliefs #consequences #mantova #mantovacity #mantovacittadarteedicultura #cooperativasociale
#pillolequadrate
Oggi vogliamo affrontare lo scottante tema del conflitto, potenziale ostacolo per la collaborazione… o almeno così ci dice l’immaginario comune!
Nel VI secolo Eraclito individuava in “POLEMOS” il padre di tutte le cose. Il conflitto non sarebbe quindi un accidente da evitare ma una realtà ontologica preumana, colma di vitalità e giacimento di energia di grande rilevanza, sia nell’esperienza dell’individuo con se stesso (conflitto interiore), che dell’individuo con gli altri (conflitto interpersonale).
Ce ne parla Ennio Ripamonti nel suo “Collaborare. Metodi partecipativi per il sociale”, illustrando poi alcune strategie per utilizzare il conflitto nel lavoro sociale, impedendo che esso divenga un puro scontro fine a se stesso, ma invece incanalandone le energie vitali per costruire, aprire possibilità e scenari non esplorati prima.
La collaborazione, secondo Ripamonti, non sostituisce il conflitto; non è un’esperienza altra che riporta la pace e la tranquillità. La collaborazione è l’esito di un mutamento della stessa energia conflittuale, e può sorgere quando si abbandona la prospettiva di una risoluzione dei conflitti per adottare un approccio trasformativo che rinuncia al mito della sintesi degli opposti.
#cooperativafuoriluogo #collaborare #sviluppodicomunità #ennioripamonti #conflittosociale #mantova #mantovacity #mantovacittadarteedicultura #eraclito #polemos #energia
#pillolequadrate
Dopo aver parlato di architettura delle scelte ci spostiamo sull’architettura della partecipazione. Ci appassiona molto questo tema, gli scenari possibili nei quali promuovere la partecipazione attiva delle persone. Lungi da noi criticare il lavoro dei molti professionisti che progettano le nostre città, la riflessione di oggi è tratta dal testo di Giancarlo De Carlo, che è stato uno dei più importanti architetti italiani del secondo Novecento e docente presso lo IUAV di Venezia e negli Stati Uniti.
Nel suo testo “L’architettura della partecipazione” senza tergiversare propone di “sottrarre l’architettura agli architetti per restituirla alla gente che la usa”, e continua dicendo “Non vorrei apparire arrogante verso chi svolge il mio stesso lavoro (e quindi verso me stesso), perciò aggiungo subito che considero molto importante il contributo che gli architetti possono dare al raggiungimento di questo obiettivo”.
Quello che propone De Carlo non è dunque una banalizzazione della professione di architetto, ma un nuovo livello di progettazione delle città, dove i fruitori delle opere architettoniche non siano considerati soggetti passivi ma partecipanti a tutti gli effetti attivi all’interno del processo di progettazione.
Perché?
Per rendere più funzionali gli spazi rispetto ai bisogni dei destinatari, per superare il dilemma tra tecnica e arte, per arginare le differenze sociali, tentare di superare i paradossi, costruire città più giuste.
#cooperativafuoriluogo #architetturadellapartecipazione #partecipazione #giancarlodecarlo #architettura #comunitàattiva #progettareinsieme #progettareinsiemeilfuturo #comunità #mantova #mantovacity #mantovacittadarteedicultura #cooperativasociale #abitare
#pillolequadrate
L’architettura delle scelte: ne parlano R. H. Thaler e C. R. Sustein nel loro volume “La spinta gentile”
Il testo propone una strategia per migliorare alcuni aspetti della nostra vita e della società, tramite una buona pianificazione dei dettagli, chiamati “nudge”, cioè “pungolamenti”.
La metafora dell’architetto rende l’idea di colui che si appresta a costruire un edificio, progettandone le caratteristiche in modo da rendere funzionale e utile l’utilizzo da parte dei fruitori. Ad esempio le trombe delle scale aperte favoriscono una maggiore interazione nel luogo di lavoro e incentivano l’attività fisica, entrambe conseguenze desiderabili.
Dirsi che “ogni dettaglio conta” da un certo punto di vista potrebbe essere paralizzante, ma se interpretato con una chiave positiva, questa attenzione può migliorare notevolmente la qualità di tutti i settori, offrendo un livello di potere interessante agli architetti delle scelte. Pensiamo al prelievo del bancomat, al termine viene scritto: “vuoi stampare lo scontrino? Sì/No - scelta ecologica” - è un dettaglio che “pungola" il soggetto verso una scelta migliore, in questo caso per il pianeta.
Quante altre possibilità come questa? Come diventare buoni architetti delle scelte?
#cooperativafuoriluogo #architetturadellescelte #nudge #pungolare #laspintagentile #richardthaler #casssustein #scelte #aeroportoamsterdam #mosche #mantova
#pillolequadrate
La pillola di oggi vuol essere un incoraggiamento per l’imminente rientro al lavoro. Invece di contare le settimane che ci separano dal Natale, proviamo a sperimentare un modo diverso di affrontare le giornate, in modo che la nostra vita non sia un’attesa tra una vacanza e l’altra.
Ci facciamo ispirare da Daniel Goleman, con il suo libro “Intelligenza Emotiva”. Goleman spiega che l’IPOMANIA, se presente in quantità lieve, è un valido alleato per chi affronta compiti creativi, sia in ambito intellettuale che interpersonale. La creatività non riguarda solo gli “artisti”, ma tutti coloro che si trovano a risolvere problemi e a costruire strategie, ideare modalità di lavoro ecc. ecc.
Se siamo di buon umore, magari a seguito di una buona notizia, di un incontro felice, di una decisione che abbiamo preso, di un racconto divertente che abbiamo sentito alla radio, di un risultato che abbiamo raggiunto (e un milione di altri motivi), siamo più efficienti! Osiamo di più! Siamo disposti ad uscire dagli schemi!
Per questo nuovo rientro e per l’autunno che verrà, quali strategie potremmo usare per mantenere alto il nostro umore?
#cooperativafuoriluogo #danielgoleman #danielgolemanintelligenzaemotiva #ottimismo #ipomania #ipomaniaportamivia #rientrolavoro #counseling #impararelottimismo #percorsiindividuali #counselor #professionalcounselor #settembreèarrivato #mantova #mantovacity #mantovacittadarteedicultura
#pillolequadrate
Oggi parliamo di co-housing, grazie alla guida “Vivere insieme - cohousing e comunità solidali” dello Studio tamassociati.
Questo opuscolo tascabile aiuta a costruire una definizione chiara di co-housing e delle sue potenzialità: partecipazione attiva dei cittadini, l’approccio ecologico, il risparmio di risorse,…
Quali possibilità si aprono con la costruzione di comunità consapevoli e che ripensano gli spazi, i tempi della propria vita? Quale educazione ne deriverà per i bambini cresciuti in questi contesti? Quali orizzonti per il futuro?
#cooperativafuoriluogo #cohousing #studiotamassociati #comunitàsolidali #costruzionedicomunità #abitare #comunitàintenzionali #architetturasociale #partecipazione #processipartecipativi#mantova #cittadimantova
#pillolequadrate
La pillola di oggi riguarda una riflessione ben più complessa di Richard Sennett, tratta dal suo libro “Costruire ed abitare - Etica per la città”
Sennett parla di “città chiusa” e “città aperta”, in uno studio urbanistico che parla di Parigi, Barcellona, New York, guidandoci nei luoghi che sono emblema della contemporaneità.
La paura dell’altro è un elemento importante quando parliamo di abitare, l’altro non è solo un individuo che vive altrove e col quale non abbiamo contatto, oggi l’altro è anche il vicino di casa che calpesta lo stesso pianerottolo e preme lo stesso pulsante dell’ascensore.
In che modo l’urbanistica di una città contribuisce alla costruzione di una città aperta o chiusa?
#cooperativafuoriluogo #richardsennett #abitare #comunitàempatica #costruireedabitare #cittàaperta #sentirelaltro
#pillolequadrate
Oggi vi proponiamo una riflessione rispetto all’abitare. Questo tema ci appassiona tantissimo, secondo noi è uno dei punti da cui si può partire per organizzare il lavoro sulle comunità.
Così come la terapia della gestalt suggerisce che una figura vada inserita del proprio contesto per essere compresa, anche gli studi sull’abitare non possono limitarsi ad osservare la casa in sé.
Nel suo “Dell’abitare - corpi spazi oggetti immagini”, Maurizio Vitta scrive: "C'è uno spazio dell'abitare che si pone al di fuori dello spazio dell’abitazione, là dove i normali rapporti tra <<dentro>> e <<fuori>>, tra l’interiorità della casa e l'esteriorità del mondo si ramificano, si dilatano, invadono nuovi territori, espandono illimitatamente il senso di appartenenza, possesso, espressione di sé che costituisce preliminarmente la figura dell’abitante. Uscire di casa non vuol dire interrompere l’esperienza dell’abitare, ma solo rinnovarla altrove, con altre modalità e altri interlocutori. L’esterno si rovescia in un interno, e questo <<interno>> è lo spazio urbano”.
Quando pensiamo alle case in cui abbiamo vissuto, non ci vengono subito in mente i colori delle strade, il panettiere di fiducia, il rumore delle cicale, e altri dettagli che “sanno” di casa anche se erano esterni ad essa?
#cooperativafuoriluogo #casa #contesto #abitare #sviluppodicomunità #lavorosociale #mauriziovitta #dellabitare #relazionigenerative
Benvenuti in questa rubrica chiamata #pillolequadrate
L’obiettivo è duplice: intanto abbellire la nostra “griglia” da bravi neofiti di Instagram 😌
Nel frattempo ne approfitteremo per darvi qualche “pillola”, cioè raccontarvi qualche aneddoto o pensiero di quegli autori che ispirano il nostro lavoro.
Il primo è quello di oggi, e ha a che fare proprio con queste immagini spezzettate: “il tutto è maggiore della somma delle parti”
Questo principio della percezione viene adottato da Friedrich Perls e utilizzato in psicoterapia, sostenendo che “il nostro campo percettivo si organizza spontaneamente sotto forma di insiemi strutturali e significativi (“buone forme” ovvero gestalt forti e pregnanti). La percezione di una totalità – ad esempio un volto umano – non può ridursi alla semplice somma di naso, occhi, bocca; così l’acqua è più della somma di idrogeno ed ossigeno! Per comprendere un comportamento infatti non basta analizzarlo, ma è importante percepirlo nell’insieme più vasto costituito dal contesto globale, avere cioè uno sguardo non più “puntato”, bensì allargato” (Ginger)
Come cambierebbero le relazioni, il nostro agire quotidiano, se utilizzassimo uno sguardo allargato?
#cooperativafuoriluogo #gestalt #figurasfondo #figurasfondogestalt #sguardoallargato #lavorosociale #percezionesociale #campopercettivo #grigliainstagram #pillolequadrate
Tempo d’estate, non dimentichiamo bikini, infradito e cappello per il sole ☀️
Ben più lungo è l’elenco dei “must” per gli operatori sociali, cosa non può mancare in valigia ⁉️
#cooperativafuoriluogo #sviluppodicomunità #equipaggiamento #preparazione #lavorosociale
“Maneggiare con cura”
“Fragile”
“⬆️ questo lato up”
Se poniamo così tanta attenzione nel trasporto di oggetti, perché non farlo anche quando ci relazioniamo con le persone, i loro stati emotivi, le loro esigenze?
#cooperativafuoriluogo #sviluppodicomunità #maneggiareconcura
#ascolto #empatia #lavorodicomunità #cura #curadellerelazioni #relazionichecurano
Vi hanno mai detto “abbiamo sempre fatto così, perché cambiare?” ⁉️
Il lavoro sociale di oggi esige un nuovo punto di vista, la sperimentazione di approcci inediti che facciano tesoro dell’esperienza ma allo stesso tempo esplorino altre possibilità!
#cooperativafuoriluogo #politicheabitative #mediazionilinguistiche #sviluppodicomunità #lavorosociale #esplorarenuoviorizzonti #abbiamosemprefattocosì #mobbasta
Il terzo filone di cui ci occupiamo riguarda lo sviluppo di comunità. Con questo si intendono una molteplicità di azioni e servizi che hanno a che fare con il miglioramento della qualità della vita di individui, coppie, famiglie, gruppi, ambienti lavorativi, comunità in generale.
Le comunità sono come delle piante, che necessitano di ossigeno, acqua e luce per vivere e crescere sane. Ma non basta, lo sviluppo necessita anche di pazienza, fiducia, supporto, ascolto, tempo, competenza. Svolgiamo questo lavoro di cura con grande passione e spirito di apprendimento, attraverso la conduzione di gruppi, l'ascolto, la formazione, il counseling, il coordinamento di progetti, l'attivazione di risorse innovative e figure inedite, in collaborazione con enti pubblici o privati.
Crediamo che le relazioni positive siano come l'ossigeno per la comunità e per la felicità individuale.
#cooperativafuoriluogo #sviluppodicomunità #comunità #relazionigenerative #felicità #ascolto #counseling
Questo secondo filone si è attivato in modo particolare nel periodo della pandemia, a seguito del preoccupante e progressivo aumento dell’isolamento e delle distanze tra gli individui e la società, tra i bambini e la scuola, tra i genitori e le vite quotidiane dei figli, tra i pazienti e le proprie famiglie, tutti abbiamo subito il contraccolpo e gli effetti del Covid.
Il nostro team è composto da un numero crescente di mediatrici e mediatori, siamo sempre aperti a nuove collaborazioni nel tentativo di aumentare il numero di lingue ed idiomi che possiamo mettere al servizio del territorio, in contesti scolastici, tutela minori, nei quartieri, in collaborazione con enti pubblici e privati.
Crediamo in una mediazione che vada al di là della traduzione linguistica e punti ad un vero dialogo, uno strumento di reciproca comprensione che consenta di costruire un rapporto di fiducia, accompagnamento e supporto, che possa cogliere altre eventuali necessità e farsi costruttore di ponti generativi.
#cooperativafuoriluogo #mediazionelinguistica #mediazioneculturale #culture #dialogocostruttivo #fiducia #tuttelelinguedelmondo
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Crediamo che la violenza sulle donne sia una questione CULTURALE.
Crediamo che TUTTI debbano assumersene la responsabilità e non considerare la violenza una questione privata.
Crediamo che sia importante schierarsi apertamente contro la violenza, e dimostrarlo con le azioni di tutti i giorni, educando le nuove generazioni e dissociandosi da quelle parole e quegli atteggiamenti che favoriscono l’escalation della violenza e portano all’isolamento delle vittime.
Cosa possiamo fare di concreto?
Ecco dieci modi per aiutare a porre fine alla violenza sulle donne:
1. Ascolta e credi alle sopravvissute.
Quando una donna condivide di essere una vittima, non dirle “perché non lo lasci?”, ma invece supportala dicendole “Ti ascolto, ti credo, sono con te”
2. Insegna alla prossima generazione e impara da loro
Parlate degli stereotipi di genere, fate loro sapere che è OK essere diversi e incoraggiateli ad essere accoglienti
3. Esigi che i servizi diano risposte adeguate alle sopravvissute alla violenza
4. Comprendi che cosa sia il vero consenso
Evitate frasi come “se l’è cercata” oppure “gli uomini sono fatti così”.
5. Impara a riconoscere i segni di abuso e come puoi aiutare
6. Inizia una conversazione. Esprimi solidarietà
7. Schierati contro la cultura dello stupro
8. Finanzia le organizzazioni per le donne
Dona a organizzazioni locali che lavorano sull’empowerment delle donne, sul dare loro voce, sul supportare le sopravvissute e sulla promozione dell’uguaglianza delle identità di genere e sessuali.
9. Riteniamoci reciprocamente responsabili
La violenza può prendere molte forme, incluse le molestie sessuali nei luoghi di lavoro, i commenti inappropriati a sfondo sessuale e le battute sessiste. Crea un ambiente più sicuro per tutte/i, incoraggiando i tuoi pari a riflettere sul loro linguaggio e atteggiamento
10. Conosci i dati e chiedine di più
Per combattere la violenza di genere dobbiamo comprendere bene il problema.
#cooperativafuoriluogo #25novembre #controlaviolenzasulledonne #stopviolenceagainstwomen #mantova #mantovacity #mantovacittadarteedicultura
CONTORNI&DINTORNI
Questo progetto è speciale perché nasce da una impresa privata, Sa.Le. Srl, un’immobiliare sociale che ha deciso di devolvere sei alloggi ad un progetto di housing sociale. Dopo aver ristrutturato il primo piano di un condominio vicino al centro di Mantova, gli alloggi sono stati messi a bando e poi occupati, dal 1 agosto 2022, dai cinque nuclei vincitori.
Ora la sfida è affascinante; costruire insieme agli inquilini di amiche di buon vicinato, che coinvolgano il quartiere e le sue associazioni e che siano contagiose per la comunità in generale. Come favorire dinamiche di empowerment e mutualità?
STAY TUNED! 😌
Per info www.salesrl.eu
@contorniedintorni_mantova
#cooperativafuoriluogo #cooperativasociale #lavorosociale #abitare #politicheabitative #housingsociale #partecipazione #empowerment #nuoviorizzonti #lavorobenfatto #passionelavoro #mantova #mantovacity #mantovacittadarteedicultura
FUORI LUOGO STA CRESCENDO!
Questo settembre con la sua aria frizzante sta portando a grandi novità e sentiamo di dover crescere numericamente per far fronte alle nuove partite che si stanno aprendo!
Abbiamo indicato un ventaglio di titoli di studio ai quali siamo interessati, possono essercene anche altri, quindi se volete avvicinarvi alla nostra piccola grande realtà non esitate a inviare il nostro cv all’indirizzo info@fuoriluogo.net
Crediamo molto nel lavoro di equipe, nella collaborazione tra diverse professionalità, nella contaminazione dei saperi!
Raccontateci chi siete con una breve lettera di presentazione, sarete ricontattati per fissare un colloquio conoscitivo!
#cooperativafuoriluogo #lavorodicomunità #lavoroamantova #operatorisociali #educatori #lavorarenelsociale #cooperativasociale #mantova #mantovacity
PALAZZO DEL MAGO
Non lo abbiamo scelto noi, ma ammettiamolo…questo nome aggiunge un tocco di mistero!!
Si tratta di un palazzo molto grande, che ospita più di 80 nuclei famigliari in alloggi di proprietà del Comune, situato proprio nel cuore del centro storico della città di Mantova.
Qui dentro da alcuni anni esiste uno Sportello di Vicinato, un luogo deputato all’ascolto degli inquilini e all’accompagnamento rispetto ad alcune questioni amministrative o sociali di varia natura. Troppo vaghi?? Avremo modo di raccontarvi nei prossimi post!
Una cosa ve la diciamo: questo luogo nasce per AVVICINARE.
AVVICINARE i cittadini ai servizi
AVVICINARE i servizi ai cittadini
AVVICINARE le persone tra loro
AVVICINARE gli inquilini alla cura dei luoghi che abitano.
La parola d’ordine è l’empowerment, in ogni fase del lavoro viene adottato un approccio valorizzante per l’individuo e per le sue capacità, mentre l’accoglienza e l’ascolto consentono di cogliere le varie necessità e di velocizzare alcuni interventi manutentivi o burocratici.
Il tutto in relazione e collaborazione con il @comunedimantova e @astermantova, gestore degli immobili.
#cooperativafuoriluogo #comunedimantova #aster #astermantova #abitare #mantova #mantovacity #mantovacittà #progettisociali #servizioabitativopubblico #sap #politicheabitative #empowerment #ascolto #problemsolving #palazzodelmago
FUORI LUOGO STA CRESCENDO!
Siamo alla ricerca di mediatrici e mediatori linguistico culturali sul territorio mantovano, per nuovi progetti che stanno partendo!!!
Se sei interessata/o inviaci un CV e una breve lettera di presentazione all’indirizzo mediazioni@fuoriluogo.net
Raccontaci quale lingua sai parlare e che esperienza hai maturato nell’ambito della mediazione
Sarai ricontattata/o per fissare un colloquio conoscitivo!
#cooperativafuoriluogo #mediazionilinguistiche #mediazioniculturali #mantova #mantovacity #ricercapersonale #nuoviprogetti
Nacque un’intuizione
Raccontandola si trasformò in un’idea
Sognandola divenne un progetto
Pianificandolo diede vita … a noi!!!
Fuori Luogo scorre e cresce, continuando a sognare e pianificare insieme
Visto che siamo in tempo di @festivaletteratura vi dedichiamo una poesia di @rupikaur_
🌻🌻🌻
solo quando ho smesso di cercare casa dentro gli altri
e ho eretto le fondamenta di casa dentro me
ho scoperto che non c’è radice più intima
di quella di una mente e un corpo
che hanno deciso di essere uno
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#pillolequadrate
La nona pillola riguarda una riflessione offerta da Seligman, nel suo libro “imparare l’ottimismo”.
Chi ha detto che gli ottimisti sono più felici e falliscono di meno? Di certo gli ottimisti rischiano di più, e il detto “chi non risica non rosica” si adatta bene a questo concetto.
MA c’è un grande MA.
Talvolta il pessimismo rende più razionale la decisione, soprattutto quando si tratta di scelte ad alto rischio, le cui conseguenze di fallimento potrebbero essere fatali.
I due modelli possono integrarsi grazie all’apprendimento, il soggetto può affinare le sue competenze di analisi della realtà completando il proprio punti di vista con gli elementi mancanti. Seligman dice: “è una questione di ABC” (Adversity, Belief, Consequences). Quando incontriamo delle avversità reagiamo pensando ad esse in un certo modo, ed ecco cosa determina il nostro comportamento. Ad esempio, una Avversità potrebbe essere un rubinetto che perde, la disapprovazione di un amico, un alto conto da pagare. Le credenze (Beliefs) sono il modo in cui interpretiamo le avversità, ad esempio “mi sento incompetente”, “ho rovinato tutto”, “è tutta colpa mia”. La terza parte riguarda le Conseguenze, cioè come scegliamo di comportarci, ad esempio abbandonando la dieta, deprimendoci, oppure rialzandoci in piedi con fiducia nel domani.
Voi siete pessimisti o ottimisti?
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#pillolequadrate
Oggi vogliamo affrontare lo scottante tema del conflitto, potenziale ostacolo per la collaborazione… o almeno così ci dice l’immaginario comune!
Nel VI secolo Eraclito individuava in “POLEMOS” il padre di tutte le cose. Il conflitto non sarebbe quindi un accidente da evitare ma una realtà ontologica preumana, colma di vitalità e giacimento di energia di grande rilevanza, sia nell’esperienza dell’individuo con se stesso (conflitto interiore), che dell’individuo con gli altri (conflitto interpersonale).
Ce ne parla Ennio Ripamonti nel suo “Collaborare. Metodi partecipativi per il sociale”, illustrando poi alcune strategie per utilizzare il conflitto nel lavoro sociale, impedendo che esso divenga un puro scontro fine a se stesso, ma invece incanalandone le energie vitali per costruire, aprire possibilità e scenari non esplorati prima.
La collaborazione, secondo Ripamonti, non sostituisce il conflitto; non è un’esperienza altra che riporta la pace e la tranquillità. La collaborazione è l’esito di un mutamento della stessa energia conflittuale, e può sorgere quando si abbandona la prospettiva di una risoluzione dei conflitti per adottare un approccio trasformativo che rinuncia al mito della sintesi degli opposti.
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Dopo aver parlato di architettura delle scelte ci spostiamo sull’architettura della partecipazione. Ci appassiona molto questo tema, gli scenari possibili nei quali promuovere la partecipazione attiva delle persone. Lungi da noi criticare il lavoro dei molti professionisti che progettano le nostre città, la riflessione di oggi è tratta dal testo di Giancarlo De Carlo, che è stato uno dei più importanti architetti italiani del secondo Novecento e docente presso lo IUAV di Venezia e negli Stati Uniti.
Nel suo testo “L’architettura della partecipazione” senza tergiversare propone di “sottrarre l’architettura agli architetti per restituirla alla gente che la usa”, e continua dicendo “Non vorrei apparire arrogante verso chi svolge il mio stesso lavoro (e quindi verso me stesso), perciò aggiungo subito che considero molto importante il contributo che gli architetti possono dare al raggiungimento di questo obiettivo”.
Quello che propone De Carlo non è dunque una banalizzazione della professione di architetto, ma un nuovo livello di progettazione delle città, dove i fruitori delle opere architettoniche non siano considerati soggetti passivi ma partecipanti a tutti gli effetti attivi all’interno del processo di progettazione.
Perché?
Per rendere più funzionali gli spazi rispetto ai bisogni dei destinatari, per superare il dilemma tra tecnica e arte, per arginare le differenze sociali, tentare di superare i paradossi, costruire città più giuste.
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L’architettura delle scelte: ne parlano R. H. Thaler e C. R. Sustein nel loro volume “La spinta gentile”
Il testo propone una strategia per migliorare alcuni aspetti della nostra vita e della società, tramite una buona pianificazione dei dettagli, chiamati “nudge”, cioè “pungolamenti”.
La metafora dell’architetto rende l’idea di colui che si appresta a costruire un edificio, progettandone le caratteristiche in modo da rendere funzionale e utile l’utilizzo da parte dei fruitori. Ad esempio le trombe delle scale aperte favoriscono una maggiore interazione nel luogo di lavoro e incentivano l’attività fisica, entrambe conseguenze desiderabili.
Dirsi che “ogni dettaglio conta” da un certo punto di vista potrebbe essere paralizzante, ma se interpretato con una chiave positiva, questa attenzione può migliorare notevolmente la qualità di tutti i settori, offrendo un livello di potere interessante agli architetti delle scelte. Pensiamo al prelievo del bancomat, al termine viene scritto: “vuoi stampare lo scontrino? Sì/No - scelta ecologica” - è un dettaglio che “pungola" il soggetto verso una scelta migliore, in questo caso per il pianeta.
Quante altre possibilità come questa? Come diventare buoni architetti delle scelte?
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#pillolequadrate
La pillola di oggi vuol essere un incoraggiamento per l’imminente rientro al lavoro. Invece di contare le settimane che ci separano dal Natale, proviamo a sperimentare un modo diverso di affrontare le giornate, in modo che la nostra vita non sia un’attesa tra una vacanza e l’altra.
Ci facciamo ispirare da Daniel Goleman, con il suo libro “Intelligenza Emotiva”. Goleman spiega che l’IPOMANIA, se presente in quantità lieve, è un valido alleato per chi affronta compiti creativi, sia in ambito intellettuale che interpersonale. La creatività non riguarda solo gli “artisti”, ma tutti coloro che si trovano a risolvere problemi e a costruire strategie, ideare modalità di lavoro ecc. ecc.
Se siamo di buon umore, magari a seguito di una buona notizia, di un incontro felice, di una decisione che abbiamo preso, di un racconto divertente che abbiamo sentito alla radio, di un risultato che abbiamo raggiunto (e un milione di altri motivi), siamo più efficienti! Osiamo di più! Siamo disposti ad uscire dagli schemi!
Per questo nuovo rientro e per l’autunno che verrà, quali strategie potremmo usare per mantenere alto il nostro umore?
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Oggi parliamo di co-housing, grazie alla guida “Vivere insieme - cohousing e comunità solidali” dello Studio tamassociati.
Questo opuscolo tascabile aiuta a costruire una definizione chiara di co-housing e delle sue potenzialità: partecipazione attiva dei cittadini, l’approccio ecologico, il risparmio di risorse,…
Quali possibilità si aprono con la costruzione di comunità consapevoli e che ripensano gli spazi, i tempi della propria vita? Quale educazione ne deriverà per i bambini cresciuti in questi contesti? Quali orizzonti per il futuro?
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La pillola di oggi riguarda una riflessione ben più complessa di Richard Sennett, tratta dal suo libro “Costruire ed abitare - Etica per la città”
Sennett parla di “città chiusa” e “città aperta”, in uno studio urbanistico che parla di Parigi, Barcellona, New York, guidandoci nei luoghi che sono emblema della contemporaneità.
La paura dell’altro è un elemento importante quando parliamo di abitare, l’altro non è solo un individuo che vive altrove e col quale non abbiamo contatto, oggi l’altro è anche il vicino di casa che calpesta lo stesso pianerottolo e preme lo stesso pulsante dell’ascensore.
In che modo l’urbanistica di una città contribuisce alla costruzione di una città aperta o chiusa?
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#pillolequadrate
Oggi vi proponiamo una riflessione rispetto all’abitare. Questo tema ci appassiona tantissimo, secondo noi è uno dei punti da cui si può partire per organizzare il lavoro sulle comunità.
Così come la terapia della gestalt suggerisce che una figura vada inserita del proprio contesto per essere compresa, anche gli studi sull’abitare non possono limitarsi ad osservare la casa in sé.
Nel suo “Dell’abitare - corpi spazi oggetti immagini”, Maurizio Vitta scrive: "C'è uno spazio dell'abitare che si pone al di fuori dello spazio dell’abitazione, là dove i normali rapporti tra <<dentro>> e <<fuori>>, tra l’interiorità della casa e l'esteriorità del mondo si ramificano, si dilatano, invadono nuovi territori, espandono illimitatamente il senso di appartenenza, possesso, espressione di sé che costituisce preliminarmente la figura dell’abitante. Uscire di casa non vuol dire interrompere l’esperienza dell’abitare, ma solo rinnovarla altrove, con altre modalità e altri interlocutori. L’esterno si rovescia in un interno, e questo <<interno>> è lo spazio urbano”.
Quando pensiamo alle case in cui abbiamo vissuto, non ci vengono subito in mente i colori delle strade, il panettiere di fiducia, il rumore delle cicale, e altri dettagli che “sanno” di casa anche se erano esterni ad essa?
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Benvenuti in questa rubrica chiamata #pillolequadrate
L’obiettivo è duplice: intanto abbellire la nostra “griglia” da bravi neofiti di Instagram 😌
Nel frattempo ne approfitteremo per darvi qualche “pillola”, cioè raccontarvi qualche aneddoto o pensiero di quegli autori che ispirano il nostro lavoro.
Il primo è quello di oggi, e ha a che fare proprio con queste immagini spezzettate: “il tutto è maggiore della somma delle parti”
Questo principio della percezione viene adottato da Friedrich Perls e utilizzato in psicoterapia, sostenendo che “il nostro campo percettivo si organizza spontaneamente sotto forma di insiemi strutturali e significativi (“buone forme” ovvero gestalt forti e pregnanti). La percezione di una totalità – ad esempio un volto umano – non può ridursi alla semplice somma di naso, occhi, bocca; così l’acqua è più della somma di idrogeno ed ossigeno! Per comprendere un comportamento infatti non basta analizzarlo, ma è importante percepirlo nell’insieme più vasto costituito dal contesto globale, avere cioè uno sguardo non più “puntato”, bensì allargato” (Ginger)
Come cambierebbero le relazioni, il nostro agire quotidiano, se utilizzassimo uno sguardo allargato?
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Tempo d’estate, non dimentichiamo bikini, infradito e cappello per il sole ☀️
Ben più lungo è l’elenco dei “must” per gli operatori sociali, cosa non può mancare in valigia ⁉️
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“Maneggiare con cura”
“Fragile”
“⬆️ questo lato up”
Se poniamo così tanta attenzione nel trasporto di oggetti, perché non farlo anche quando ci relazioniamo con le persone, i loro stati emotivi, le loro esigenze?
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Vi hanno mai detto “abbiamo sempre fatto così, perché cambiare?” ⁉️
Il lavoro sociale di oggi esige un nuovo punto di vista, la sperimentazione di approcci inediti che facciano tesoro dell’esperienza ma allo stesso tempo esplorino altre possibilità!
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Il terzo filone di cui ci occupiamo riguarda lo sviluppo di comunità. Con questo si intendono una molteplicità di azioni e servizi che hanno a che fare con il miglioramento della qualità della vita di individui, coppie, famiglie, gruppi, ambienti lavorativi, comunità in generale.
Le comunità sono come delle piante, che necessitano di ossigeno, acqua e luce per vivere e crescere sane. Ma non basta, lo sviluppo necessita anche di pazienza, fiducia, supporto, ascolto, tempo, competenza. Svolgiamo questo lavoro di cura con grande passione e spirito di apprendimento, attraverso la conduzione di gruppi, l'ascolto, la formazione, il counseling, il coordinamento di progetti, l'attivazione di risorse innovative e figure inedite, in collaborazione con enti pubblici o privati.
Crediamo che le relazioni positive siano come l'ossigeno per la comunità e per la felicità individuale.
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Questo secondo filone si è attivato in modo particolare nel periodo della pandemia, a seguito del preoccupante e progressivo aumento dell’isolamento e delle distanze tra gli individui e la società, tra i bambini e la scuola, tra i genitori e le vite quotidiane dei figli, tra i pazienti e le proprie famiglie, tutti abbiamo subito il contraccolpo e gli effetti del Covid.
Il nostro team è composto da un numero crescente di mediatrici e mediatori, siamo sempre aperti a nuove collaborazioni nel tentativo di aumentare il numero di lingue ed idiomi che possiamo mettere al servizio del territorio, in contesti scolastici, tutela minori, nei quartieri, in collaborazione con enti pubblici e privati.
Crediamo in una mediazione che vada al di là della traduzione linguistica e punti ad un vero dialogo, uno strumento di reciproca comprensione che consenta di costruire un rapporto di fiducia, accompagnamento e supporto, che possa cogliere altre eventuali necessità e farsi costruttore di ponti generativi.
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